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TERAMO – In attesa della definizione del grosso del problema che divide da anni il Comune di Teramo dalla sua partecipata, ovvero i cosiddetti crediti inesigibili, qualcosa si sblocca nel contenzioso economico con la Teramo Ambiente: nelle casse della municipalizzata sono in arrivo i circa 400mila euro per i lavori eseguiti al cimitero di Cartecchio per la messa i sicurezza dei padiglioni danneggiati dalle scosse diterremoto del 2016 e 2017. Ma è soltanto la punta dell’iceberg, perchè la seconda riunione del tavolo tecnico, si sarebbe arenata sulla definizione del debito che riguarda la razionalizzazione della spesa pubblica di tre mesi del 2014 e 4 del 2015: sono in ballo circa 270mila euro. E’ storia vecchia, già scritta. La TeAm applicò una riduzione del 5% sull’ammontare del contratto, come imposto dall’allora Governo Renzi, ma ha sempre contestato un ulteriore taglio che in alcuni casi toccò anche il 30%. Il tira e molla riguarderebbe la metà dell’ammontare e forse un punto d’incontro potrebbe arrivare anche in questo caso. Più complicato il confronto sul verde pubblico, circa 360mila euro (ai quali bisogna aggiungere la quota interessi), su cui il Comune sembrerebbe orientato a contestare il calcolo dei metri quadrati dei tagli di aiuole e giardini. Un pò difficle tenere in piedi una contestazione del genere, a distanza di circa 10 anni dall’esecuzione del servizio. Il debito si trascina dal 2010, quasi nove anni. In ogni caso se ne riparlerà a metà febbraio. Non si capisce invece quando il Comune deciderà quante isola eecologiche piazzerà in via sperimentale e dove. Mentre si ragiona a coinvolgere anche i Comitati di quartiere in una riunione che si annuncia complciata, l’originaria ipotesi si sistemarle nelle frazioni e da lì partire per una valutazione più generale di una rimodulazione del servizio di raccolta ‘porta a porta’, ecco la novità: sarà una sola frazione molto probabilmente, che farà da zona pilota per queste isole con card e tariffa puntuale. Rumors dicono che possa essere Piano d’Accio, che unisce la caratteristiche di un discreto numero di utenze e la presenza anche di locali commerciali che sono ‘grandi produttori’ di rifiuti. Ci sarebbe un fornitore disposto a metterne a disposizione tre gratuitamente per far partire la sperimentazione.