TERAMO – Il Comitato di quartiere di Piano d’Accio non ci sta e non tanto perchè il nuovo ospedale provinciale potrebbe nascere a poche centinaia di metri dalla zona residenziale. Perché, come dice il presidente Vincenzo Palazzese, la discussione deve avvenire a un tavolo partecipato dove tutti i rappresentanti dei quartieri e delle frazioni devono poter conoscere progetti e idee e poi dire la propria. Il riferimento di Palazzese è alle recente presa di posizione sulla progettualità del nuovo ospedale di Teramo espressa, a nome dei quartieri cittadini, da Domenico Bucciarelli, quale presidente del coordinamento dei comitati di quartiere. Palazzese dice di non ricordare quando c’è stata questa elezione e soprattutto non ricorda "di essere mai stato contattato per ascoltare il nostro parere su un argomento molto importante per la nostra città e figuriamoci per il nostro quartiere. Non voglio dire che dovremmo essere interpellati tra i primi, perchè sicuramente siamo di parte sull’ospedale, ma il rispetto della coscienza civile di tanti residenti della stessa città dovrebbe essere la prima regola quando si parla di associazionismo. Che poi si metta in bocca anche a noi, come a tanti altri quartieri, cose che addirittura non pensiamo, questo è davvero particolare. Noi a Piano d’Accio vorremmo sapere quanti la pensano come noi o quanti la pensano come si è espresso il signor Bucciarelli". Secondo Palazzese sarebbe necessario rivedere l’organizzazione del Coordinamento dei quartieri, anche perchè nel frattempo sono intervenute diverse novità: "Ci sono nuove realtà sorte in questi ultimi mesi – dice il presidente del Comitato di Piano d’Accio -, e penso anche al nuovo Comitato di Villa Pavone, eletto in questo fine settimana, leggo la presa di posizione del quartiere di Colleatterrato Alto-Casalena. Sarebbe corretto convocare i Comitati e fare un punto e magari ragionare allo stesso tavolo sui grandi progetti come quello dell’ospedale che è destinato a cambiare il volto della città. E’ corretto e giusto, non vorremmo che la democrazia partecipata di cui tanto si parla non venisse rispettata proprio da quegli organismi, come i Comitati di quartiere, che dovrebbero rappresentarne la massima espressione"
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