Nella TeAm di Prandin mini-isole e l’avvio dei lavori di Carapollo (con fornitori locali)

L’Ad insediatosi a novembre disegna una serie di investimenti: 300 loculi nelle frazioni, nuovi mezzi e software per controllare i costi

TERAMO – Anche se incombe lo ‘spettro’ dell’udienza in camera di consiglio in Cassazione sul ricorso della Infosat di Franco Iachini, l’amministratore delegato Enrico Prandin non sta certo a guardare e lavora alla Teramo Ambiente del futuro. Anche se dovesse partire quella problematica ‘gara a doppio oggetto’ che il Comune cerca, finora invano, di mettere a punto per riaffidare il servizio di igiene urbana.

Teramo Ambiente del futuro significa investimenti, diventati ormai irrinunciabili e da tempo fermi al palo. Ma se per il polo tecnologico di Carapollo siamo alla vigilia delle gare d’appalto (e la notizia più importante è che lavoreranno fornitori locali grazie alle possibilità introdotte dal Decreto Semplificazioni), qualche ripensamento c’è per l’impianto di cremazione per come è stato progettato, restano le note difficoltà sull’ampliamento del cimitero del capoluogo, si guarda con fiducia alla sperimentazione delle ecoisole e si mette mano al rinnovo del parco mezzi.

ECO-ISOLE, UNA NUOVA CULTURA. “Stiamo lavorando alla soluzione delle mini isole ecologiche“, fa sapere l’Ad nominato dalla parte privata (Comir srl) e in sella dallo scorso novembre. “Saranno previste negli agglomerati delle frazioni per dar modo a chi ha difficoltà di raggiungere le isole ecologiche di conferire correttamente il rifiuto. Ma dobbiamo partire assolutamente: il porta a porta spinto si fa nei piccoli centri e non in queste realtà. E’ necessario che i teramani facciano, e noi li accompagneremo, un rapido cambio culturale perchè il sistema delle ecoisole può essere il decisivo cambio di passo“. Via il 1° ottobre, dunque, anche se manca ancora una discreta fetta di popolazione a cui consegnare il kit, ma si stanno accelerando i tempi.

EVASIONE. Una cosa è certa: l’introduzione del nuovo sistema ha permesso anche di ‘scovare’ evasori della Tari. Prendete il caso dell’isola in via Capuani destinata ai commercianti: su 10 attività, il 20% è sconosciuto al fisco comunale, non è iscritto negli elenchi Tari e dunque non paga da sempre. “Presto saremo ‘allineati’ con un sistema che ci renderà l’effettivo catasto delle utenze – ha spiegato Prandin -. Abbiamo investito molto nel nuovo software e saremo in grado di dare risposte giuste ai cittadini che chiedono il servizio e in tempi rapidissimi. Riusciremo anche ad evitare sprechi perchè, ad esempio, potremo registrare lo storico delle consegne dei kit agli utenti”.

CARAPOLLO. Siamo però alla vigilia dell’avvio del maggior investimento, in termini di denari e obiettivi, della TeAm: il polo tecnologico di Carapollo. “Multiraccolta, centro del riuso e trasferenza: sono una sfida importante per noi e degna struttura di una municipalizzata dell’energia. Le richieste sono tante e vogliamo diventare punto di riferimento per il territorio in generale”. I bandi di gara sono in dirittura d’arrivo prima della pubblicazione e Prandin tiene a sottolineare un aspetto che definisce “normale e dovuto”: i fornitori saranno scelti in una rosa di aziende locali.

CREDITI INESIGIBILI E COSTO RACCOLTA. E’ finita l’era della litigiosità, almeno secondo il ‘credo Prandin’: “Stiamo concludendo il percorso avviato con i tavoli – dice l’Ad -, abbiamo preparato e presentato la nostra proposta che vuole definire assieme al Comune la questione: sono fiducioso che si chiuderà con una stretta di mano e il riposizionamento dei conti, anche con l’inserimento nell’accordo di immobili”. Per il nuovo Pef e la richiesta del Comune di mantenere l’impegno economico al di sotto dei 10 milioni di euro per il costo annuale del servizio? “Esiste sempre un’Autorità per l’energia – risponde Prandin -, è chiaro che la TeAm è una società, ma la nostra posizione è quella di trovare la strada giusta per condividere con il socio pubblico il traguardo individuato”.

300 LOCULI PER LE FRAZIONI. Mentre esiste qualche difficoltà per il cimitero urbano di Cartecchio, almeno le frazioni a breve vedranno il via ai lavori di ampliamento che prevedono un massimo di 300 nuovi loculi. “Siamo però in attesa delle decisioni sulla ricostruzione: ci sono molti cimiteri dove non possiamo partire con gli interventi, a meno che non siamo noi ad anticipare le spese e poi richiederle alla Protezione Civile. Ma i cimiteri vanno riaperti al più presto”. Su Cartecchio c’è ancora la possibilità di intervenire con altri due lotti del precedente progetto, in attesa di una decisione sul destino di un impianto di cremazione.

IMPIANTO DI CREMAZIONE. Ma è ancora attuale e, soprattutto, ha i criteri di economicità? “Qualcosa del precedente progetto va rivisto – spiega Prandin -. In realtà l’impegno di circa due milioni di euro deve coincidere con precise previsioni di entrata”. Certo, la concorrenza delle confinanti Marche è forte, ma anche in questo settore ha la sua importanza quanto l’impianto lavora durante l’anno per renderla ancora attuale e concorrenziale.

MEZZI PER LA RACCOLTA. “Proprio oggi abbiamo dato l’estrema unzione a due mezzi”, che erano quasi al pari di molti altri, “nemmeno buoni più per essere cannibalizzati”, come si dice in gergo il recupero dei pezzi di ricambio ancora buoni. Prandin annuncia la necessità di rivedere il parco mezzi, sfiancati dal porta a porta spinto, e l’acquisto di un nuovo camion per la trasferenza.