VIDEO/ Fu parricidio o morte per infarto? La parola ai super periti

Delitto Di Martino a Silvi: la difesa parla di infarto per la concitazione della lite, la procura di strangolamento

TERAMO – Saranno i due periti Mauro Bacci e Giuseppe Ambrosio, il primo medico legale, il secondo cardiologo dell’Istituto di medicina legale dell’Università di Perugia (già impegnato nella perizia sulla morte di Pino Daniele), a tentare di rispondere ai quesiti della Corte d’Assise di Teramo che stanno processando Giuseppe Di Martino, l’architetto 45enne accusato dell’omicidio del padre Giovanni di 75, nel giugno del 2019, nella loro abitazione di Silvi.

La super perizia è necessaria per dirimere la diametralmente opposta ricostruzione delle parti su quanto accaduto durante quel litigio in casa, scoppiato tra moglie e marito, con il figlio intervenuto per difendere la madre in una discussione trasformatasi in colluttazione e tragedia. La Procura accusa l’imputato di aver strangolato il padre e i segni sul collo e la rottura di parti della laringe lo confermerebbero; la difesa sostiene che l’anziano, per la concitazione della discussione, sia invece morto per un infarto fulminante.

Da qui la necessità di ricorrere a una valutazione medico-legale super partes, che il presidente della Corte, Flavio Conciatori, ha affidato nel corso dell’ultima udienza del processo, in corso al tribunale di Teramo. Processo che riprenderà a settembre, con l’esame proprio dell’imputato.

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