Dal 1° gennaio A24 e A25 tornano nella gestione di Toto. Tariffe bloccate fino al 2032

Il Senato ha approvato il Dl Anticipi che contiene l’emendamento per la reintegra di Sdp. Chiuso il contenzioso legale: il Governo pagherà 500 milioni di provvisionale in due rate, compensato il debito con Anas di 800 milioni

L’AQUILA – Dal primo gennaio prossimo Strada dei Parchi tornerà a gestire le autostrade laziali ed abruzzesi A24 e A25: la ufficialità è stata sancita con l’approvazione, da parte del Senato, del Dl Anticipi in seno al quale è stato inserito l’emendamento firmato dalla maggioranza di centrodestra che reintegra la Spa del gruppo industriale abruzzese Toto, che subentra ad Anas che aveva ripreso in mano il timone il primo agosto del 2022.

Ad estromettere Sdp era stato il governo Draghi che il 7 luglio del 2022 aveva revocato in danno la concessione, in scadenza nel 2030, per gravi inadempienze nella manutenzione tanto da mettere a rischio la infrastruttura e la sicurezza stradale: il provvedimento era stato impugnato dal privato che aveva rigettato ogni accusa, accuse che sono state ribaltate poi dai tribunali di Teramo, L’Aquila e Pescara che hanno assolto i dirigenti di SdP dalle contestazioni di non aver fatto manutenzione e aver causato l’ammaloramento delle strutture: sulla decisione pesava anche il verdetto finale della Corte Costituzionale al quale aveva inviato gli atti il Tar Lazio al quale si era rivolto Sdp.

L’emendamento è conseguenza di un’intesa trovata dopo mesi di trattative tra la società del gruppo industriale abruzzese Toto e il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti: tra le altre cose, l’accordo, che allunga la concessione al 2032, azzera il maxi contenzioso legale, cominciato nel 2018 dopo il crollo del Ponte Morandi a Genova, costituito da oltre 100 cause. Il Governo verserà nelle casse di Sdp una provvisionale di 500 milioni di euro decisa dal tribunale di Roma: inoltre, tra le altre cose è prevista la compensazione del debito con Anas, stimato in 800 milioni. Il Governo risparmierebbe oltre un miliardo di euro.

Nell’intesa è previsto il blocco della tariffa fino al 2032 ai valori del 2017 e il nuovo piano economico finanziario (Pef). Sdp, costretta al concordato, tornerà in bonis e l’intero gruppo, che conta circa 1500 lavoratori, potrà avere una boccata di ossigeno.

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