Stadio, Iachini torna in fibrillazione. Il sindaco: “Nessuno detta condizioni”

A 48 ore dalla festa promozione, il gestore del Bonolis riprova a pressare per una definizione della transazione accusando ancora il Comune. Che ha offerto ‘solo’ 170mila euro in meno e un milione di anticipo

TERAMO – Mentre la tifoseria è concentrata nei preparativi della seconda promozione in due anni, e si appresta a celebrare il doppio salto Promozione-Serie D della squadra di Marco Pomante e Paolo D’Ercole, l’ex presidente del Teramo calcio, Franco Iachini, prova a guastare la festa del Città di Teramo.

Con una pessima scelta di tempo, giustificata con una imminente vacanza, l’imprenditore che ha in ostaggio l’impianto comunale (ri)attacca il sindaco D’Alberto perchè non chiude la trattativa e annuncia che si tornerà all’arbitrato, prevedendo pessime conseguenze per l’amministrazione comunale, a suo dire costretta a pagare il doppio delle cifre in ballo attualmente perchè sconfitta. E aggiunge che in ogni caso gestirà l’impianto fino al 2041 o, peggio, fino al 2080 come prevederebbe il Pef della ‘discordia’.

Tutto questo per 170mila euro. A tanto ammonta la differenza tra domanda e offerta: la prima richiesta è stata di 4 milioni e 370mila euro (prima perchè è cambiata in corso d’opera, lievitando a 4,5 milioni), alla quale il Comune ha offerto 4,2 milioni. Numeri conosciuti per bocca del sindaco D’Alberto che stavolta, assieme all’assessore allo sport Alessandra Ferri, non è stato soltanto ad ascoltare invettive e critiche, ma ha risposto. E ha anche rivelato che a Iachini (che lo sa ma non l’ha detto alla stampa) che il Comune è disposto a versare subito un milione di euro e a pagare il resto nelle rate proposte dalla controparte. Non solo. La trattativa è stata affrontata, valutata e quasi definita (quasi per il rifiuto di Iachini) in soli tre mesi, che in una amministrazione pubblica sono tempi quasi record.

Ma il privato ha le sue esigenze e quelle del manager della Soleia sono fin troppo chiare. Ma il primo cittadino ha tenuto a ribadire che se due sono le velocità, bisogna andare con quella del pubblico, “perchè – ha detto con decisione – io sono responsabile di fronte a 52mila teramani dei soldi che dobbiamo sborsare e quindi le cose vanno fatte con i tempi necessari”. E ha anche ricordato che in una trattativa “nessuna delle due parti può porre condizioni”, tantomeno portarla avanti fuori dalle sedi opportune, vista l’abitudine a ricorrere ai media quando c’è da esercitare pressioni o comunicare la propria insoddisfazione.

in ogni caso, D’Alberto ha tranquillizzato chi nella tifoseria segue questa vicenda, affermando che intanto non è prevedibile allo stato dei fatti nessun destino per l’arbitrato e che lo stesso, in ogni caso, “non ha per oggetto la risoluzione della convenzione, quindi non ci sarà un importo da fissare. Si tratta della valutazione dell’eventuale sussistenza di uno squilibrio nella concessione stessa. Io credo che oggi noi abbiamo dimostrato ancora una volta di fa capire che possono esserci condizioni da valutare ma anche elementi nuovi che possono rimettere in discussione la vicenda. Resta il fatto che quello che abbiamo reso pubblici sono note che fanno parte della transazione e sono conosciute, per onore della verità. Io non vado in vacanza e nemmeno l’assessore”.

La chiosa è importante: “Io sono convinto che se c’è una volontà comune e la consapevolezza che il Comune può fare determinate cose, vista la distanza davvero minima – ha concluso il sindaco D’Alberto -, una volta che si trova, se si trova, una intesa, di fatto sulla base di quella ci si muove, tutti gli atti successivi sono ovviamente consequenziali. La nostra volontà resta quella iniziale, per il bene della città”.

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