Puntualizzazioni su un nome

TERAMO – Nel vivace quanto importante "battibeccare" di ieri sulla questione Travaglio una delle note poi da me rielaborata per la pubblicazione era firmata, come abbondantemente ricordato, Romolo Bosi. Nel testo, una volta, ho scritto invece, sbagliando, Dimitri Bosi. Mi scuso con quest’ultimo per averlo coinvolto in una questione che non lo riguarda in alcun modo. Romolo Bosi mi richiama al dovere con un secco: "Attenti ai nomi". Non solo: dice anche "sarebbe auspicabile in questo tipo di polemica la pubblicazione integrale dei testi". E poi ringrazia, comunque, per l’attenzione. Prego: ci mancherebbe altro, è il nostro lavoro. Noi ringraziamo lei per la fiducia che ci accorda nell’affidarci i suoi pensieri. Ora, forse è bene chiarire però che cosa sia il lavoro di informazione da comunicato stampa. Mi permetta, signor Romolo Bosi, di farlo attraverso la sua osservazione che non è certo l’unica e che sappiamo bene, vista la campagna elettorale, arriverà ancora e ancora e ancora e da tanti. Non esistono pubblicazioni integrali nel giornalismo (qualsiasi strumento vogliamo utilizzare) perchè altrimenti non ci sarebbe di mezzo il giornalismo. A che serve quest’ultimo? A raccogliere quello che il signor o l’organismo X sente di dovere fare arrivare alla collettività e a renderlo comprensibile alla collettività stessa. Per comprensibile si intende: non troppo lungo, non oscuro, senza allusioni, naturalmente non lesivo della dignità di alcuno e addirittura non sgradevole nei termini per non infastidire chi legge. Il mio (cioè nello specifico il mio come giornalista ma anche il mio come www.emmelle.it) obiettivo è il largo pubblico a cui deve arrivare la notizia (che per carità, vista la natura del sito è bene che sia anche un commento o una riflessione). Non può essere la soddisfazione di chi scrive e vuole vedere integralmente riportato il proprio pensiero. Perchè è ovvio che se lo affida al "giornalismo" gli fa fare un passaggio che in qualche maniera, senza modificarne il contenuto e la volontà del risultato finale, lo adegua però a regole precise. Quando pubblichiamo testi integrali è perchè si tratta di approfondimenti tali o veri e propri documenti che a nostro giudizio vanno offerti a tutti per una maggiore comprensione dei fatti. Il pensiero dello scrivente è importante ma lo è sempre in relazione alla possibilità di comprensione del pubblico. Noi non ci arroghiamo alcun diritto, facciamo un mestiere. Il nostro. A volte sbagliamo un nome e ce ne scusiamo con chi indebitamente abbiamo chiamato in causa, altre volte (il maggior numero delle volte), rendiamo comprensibile a tutti quello che una parte di società o un privato cittadino vuole far sapere e quello che la collettività ha il diritto di conoscere, tantissime altre volte (credetemi) evitiamo di esporre qualche scritto al pubblico ludibrio o, peggio, a querele, per la forma e per qualche contenuto che come "voce dal sen fuggita.." poi davvero "..più richiamar non vale". Grazie, signor Romolo Bosi per avermi offerto oggi la possibilità di questa riflessione. Mi permetta, peraltro, di notare come i suoi comunicati siano brevi e mai lesivi della dignità di alcuno. Come la regola vuole. Per quanto riguarda poi la possibilità che a volte si entri in quello che sopra ho definito un "battibecco" tra due persone, un altro compito che abbiamo è quello di sapere scegliere a che punto fermarci con la pubblicazione. Ecco, noi abbiamo scelto questo punto. Vale a dire che la questione Travaglio, a meno che non intervenga una nuova voce, tra lei e il suo interlocutore, non può evidentemente proseguire "a due" in uno spazio giornalistico. Ringrazio tutti per avere avuto la pazienza di seguire questa piccola puntualizzazione ma so che con voi si può fare, visto che lei, signor Bosi, e tutti voi, siete il pubblico di "perchè ragionato è meglio". E se non ragioniamo tra noi..Attendo ovviamente altri "ragionamenti". Grazie.
Franca Scagliarini