Già nel 1992 l’Abruzzo subì la vergogna della Giunta in carcere

TERAMO – Il 29 settembre 1992 l’intera Giunta regionale dell’Abruzzo (Dc-Psi-Pli), guidata da Rocco Salini, finì nel mirino di un’inchiesta sull’assegnazione di 245 miliardi di lire di fondi comunitari Pop. Con l’ accusa di abuso e falso finirono in carcere in undici. Con Salini furono arrestati gli assessori Giuseppe Lettere, Aldo Canosa, Filippo Pollice, Domenico Tenaglia (Dc), Ugo Giannunzio, Romano Liberati, Paolo Pizzola (Psi), Giuseppe Benedetto (Pli). Poi finirono in carcere altri due componenti della Giunta che non avevano partecipato alla seduta in cui si deliberò l’assegnazione dei fondi: Franco La Civita e Giuseppe Molino (Dc). Consiglieri e funzionari regionali finirono in seguito nell’inchiesta. Allora come oggi fu determinante, per l’esito delle indagini, la denuncia di un imprenditore. In primo e secondo grado l’ex presidente Salini fu condannato a tre anni di reclusione per abuso d’ufficio e falso, pena ridotta a due anni in appello, poi annullata dalla Cassazione; gli ex assessori Canosa, Lettere, Pollice, Tenaglia, La Civita, Molino, Giannunzio, Liberati, Pizzola, Benedetto furono condannati a due anni e sei mesi di reclusione, ridotti a un anno e dieci mesi). Nell’annullare la sentenza di secondo grado, la Corte di Cassazione rilevò la mancata dimostrazione del dolo specifico da parte degli ex amministratori in relazione all’accusa di abuso. Nel 1998 gli ex componenti della Giunta Salini furono assolti dalla Corte d’appello di Roma.Ma torniamo a quello che avvenne in quei giorni drammatici, in cui l’Italia e l’UE guardavano all’Abruzzo con sospetto , anzi con disprezzo. La Giunta si dimise e il Consiglio, in una seduta carica di angoscia e vergogna, ne elesse una nuova, un monocolore Dc appoggiato all’esterno dal Pci che poi entrò nell’esecutivo. Oggi lo Statuto è cambiato e in queste ore non è ancora ben chiaro se il vicepresidente della Giunta, Enrico Paolini (che non è stato eletto ma è di nomina esterna), potrà temporaneamente assumere le funzioni di Presidente. Così come forse non è ancora ben chiaro a tutti che questa volta non è la Giunta regionale, il mondo degli amministratori, ad avere "ecceduto" a favore di questo o quello. In questo caso, qualora le gravissime accuse venissero confermate, c’è un gruppo di uomini che potrebbe commesso reati utilizzando la politica e l’amministrazione della cosa pubblica come passaggio per l’ottenimento di un vantaggio personale. Certo, l’Abruzzo dopo i Pop ci mise 10 anni a rialzare la testa. L’UE ci vedeva come il fumo negli occhi e pagammo carissima la perdita d’immagine. Chissà quanto ci costerà oggi, visti anche i legami dovuti al ruolo che Del Turco ha ricoperto in sede UE.