Agli abruzzesi una

TERAMO – Meno di 15 giorni è il tempo stimato da Gaetano Quagliariello, il presidente vicario dei senatori del Popolo delle Libertà, per raggiungere un accordo e presentare la proposta abruzzese per le candidature, per il ruolo di presidente e le alleanze. Il senatore Gaetano Quagliariello “spedito in Abruzzo nel ruolo di supervisore nella scelta delle candidature” è stato introdotto da Andrea Pastore, davanti all’intero gotha abruzzese del Pdl, alla stampa che già da qualche giorno aveva anticipato il suo ruolo di coordinatore fino al 1 dicembre. Quagliareillo ha parlato del contesto nazionale che sta attraversando il partito nel passaggio da coalizione a Pdl inserendo  in quest’ambito la situazione abruzzese che sarà banco di prova in questo processo di legittimazione del PdL. Il senatore ha introdotto a questo punto il discorso della rosa dei nomi “papabili” a governatore, scelta non facile visto l’ampio ventaglio di nomi giudicati validi a disposizione del partito. Una passaggio però ci ha colpito del sentore Quagliariello sulla candidatura a presidente degli abruzzesi, ed è questo: “Noi dobbiamo essere in grado di scegliere il migliore ma soprattutto di costruire attorno a lui una squadra, non si possono escludere energie. Dobbiamo essere in grado di dare l’impressione di fare una proposta nuova, salvaguardando quanto di buono questa classe dirigente ha costruito in una regione nella quale rivendica il ruolo di opposizione che ha fatto nell’ultima legislatura e rivendica di candidarsi come alternativa ad una classe dirigente che ha fallito”. Sorge spontaneo domandare al senatore cosa vuol dire che agli abruzzesi il Pdl “deve dare l’impressione di una proposta nuova”. Sembra quasi di leggere tra le righe che si voglia dare a bere agli abruzzesi una parvenza di novità  senza cambiare in realtà una virgola, una sorta di atavico gattopardismo secondo cui bisogna “cambiare tutto per non cambiare niente”. Senatore Quagliariello, lei che si appresta a conoscere l’Abruzzo, deve sapere che gli abruzzesi, paralizzati dall’umiliazione più che dall’impasse istituzionale, non hanno bisogno di una parvenza, di “un’impressione”. Senatore, l’Abruzzo grida il rinnovamento. Ci dica che abbiamo capito male. MDT