«Le pietre da qui non escono» e si mettono sotto al camion

TERAMO – Largo Anfiteatro come Piazza Tienanmen. Una protesta simile è stata infatti messa in piedi oggi dai membri di Teramo Nostra dopo aver appurato che  stavano per essere spostate le pietre romane contrariamente a quanto pattuito in accordo con il sindaco Maurizio Brucchi qualche giorno fa in Consiglio comune. “Le pietre non si toccano”, così Sandro Melarangelo e Piero Chiarini per impedirlo si sono sdraiati a terra davanti alle porte del cantiere per bloccare l’uscita dei mezzi, dunque delle pietre."Il “Una sceneggiata inconcepibile” ha commentato il sindaco Maurizio Brucchi intervenuto sul posto pochi minuti dopo per tentare di stemperare una situazione diventata presto animosa, in particolare con il consigliere di Rifondazione Comunista, Sandro Santacroce che ha accusato il primo cittadino di non rispettare gli impegni presi in Consiglio comunale. Teramo Nostra dal canto suo ha dichiarato invece di aver ritenuto necessaria la più estrema delle proteste per fa sì che quanto concordato dal sindaco fosse invece rispettato dalla Soprintendenza, accusata ripetutamente di leggerezza da parte dell’associazione. Il sindaco, accertandosi che si è trattato di un “incidente di percorso” ha mediato tuttavia la situazione imponendo uno stop di 48 ore allo spostamento delle pietre. Durante questo frangente è stata convocata per domani alle 15 una riunione con la direzione regionale ai Beni Culturali alla presenza di un esponente dell’associazione che valuterà il percorso necessario da seguire per la prosecuzione dei lavori in base alle valutazione tecniche. Il sindaco ha poi ribadito la possibilità che un’apposita commissione si rechi periodicamente sul cantiere per monitorare lo stato di avanzamento dei lavori di recupero, recupero che, per il sindaco “non va strumentalizzato da chi cerca di cavalcare una protesta che non rappresenta la volontà di tutti i cittadini e che non ha motivo di esistere”. “Sono il primo difensore del Teatro Romano – ha concluso Brucchi – vogliamo la stessa cosa, per questo sarò io garante che il recupero avvenga nel modo più scrupoloso a tutela dell’area archeologia e come da progetti approvati”. Sulla vicenda è infine intervenuto il Pd teramano in una nota secondo la quale il tentativo di rimuovere le pietre, “dimostra che le tanto paventate promesse del primo cittadino, fatte durante l’ultimo consiglio comunale, sono state di fatto smentite”. “A nostro avviso – si legge in un nota dell’Unione comunale – non c’è stato ‘un errore di comunicazione’, ma è l’evidente dimostrazione di voler procedere per il trasferimento di reperti storici, quelli definiti “sassi di fiume”, senza riguardo delle richieste dei teramani”.