Il Pd non gradisce le ingerenze del Pdl e tuona: «Brucchi guardi in casa sua»

TERAMO – "Il Pdl torni a guardare in casa propria, noi i nostri errori li abbiamo pagati con del Turco e ci siamo ripuliti". Parole forti quelle del presidente regionale del Pd Manola Di Pasquale e del capogruppo Giovanni Cavallari, che nel corso di una conferenza stampa convocata sul riordino delle Province, si sono tolti qualche sassolino sulle "ingerenze del sindaco" all’interno del Pd. Nello specifico non è piaciuta la testimonianza di solidarietà resa a Ilaria De Sanctis, estromessa dalla segreteria regionale. "Il Pdl è finito – ha detto la Di Pasquale – un solo uomo stipendiava i dirigenti del partito, il coordintore provinciale è rinviato a giudizio, non ha un capogruppo in Comune per diatribe interne, con quale coraggio Brucchi parla dei problemi del Pd?’". "Le battaglie si fanno nelle sedi istituzionali – ha detto ancora la Di Pasquale – non con bandiere e striscioni che servono solo a buttare fumo negli occhi dei cittadini". Dello stesso avviso il capogruppo Cavallari secondo il quale il confronto sul capoluogo è stato avviato tardi e non si possono imputare alle divisioni del Pd, le colpe dell’accorpamento di Teramo con L’Aquila. "La classe dirigente del Pd è coesa – ha detto Cavallari – non ci sono dirigenti di serie A e di serie B. Piuttosto il Pdl, con 4 presidenti di Provincia e 3 sindaci su 4 capoluoghi del centrodestra, non è riuscito a formulare una proposta in grado di sintetizzare le volontà dei territorio. Il dialogo andava costruito prima e coinvolgendo anche il centro sinistra. "Brucchi ci ha accusato di essere stati assenti – ha detto ancora Gianguido D’Alberto – non è stato così. Abbiamo piuttosto preferito concentrarci sulla credibilità delle proposte". Dello stesso avviso anche Alberto Melarangelo, che pur dando atto al sindaco Brucchi di grande impegno nella battaglia per sostenere il capoluogo, lo ha però accusato di cavalcare la vicenda per distogiiere i cittadini dalla paralisi amministrativa ("è da tempo che non viene convocato un consiglio comunale ordinario"). Adesso secondo gli esponenti del Pd è arrivato il momento di concentrarsi sugli obiettivi, ovvero la conservazione degli uffici del governo sul territorio qualora la legge dovesse andare avanti nel suo iter (anche se l’auspicio comune è che venga bloccata dalla corte costituzionale). "Al di là del contenitore, che sia quello di capoluogo o di provincia, è importante che i territori dialoghino per la ripartizione degli uffici – ha concluso la Di Pasquale-. Se Brucchi è così forte come dice, vada a trattare con Cialente per lasciare gli uffici sul territorio teramano".