Gatti lancia la sfida con i numeri da assessore

TERAMO – Smorzati i toni trionfali della convention del Pdl al Comunale, le luci del Parco della scienza alla Gammarana si sono accese nel pomeriggio per accogliere l’incontro con gli elettori di Paolo Gatti, capolista alla Camera per Fraelli d’Italia, il “grande avversario" un pò di tutti i candidati teramani, di centro, di destra e di sinistra, non tanto sul piano della coalizione o dell’ideologia, quanto dei voti. All’incontro organizzato dal capogruppo di "Futuro In" in consiglio comunale a Teramo, Franco Fracassa, hanno risposto in molti. Circa 500 persone hanno ascoltato il giovane politico della giunta Chiodi che per secondo ha deciso di lasciare la casa comune Pdl per candidarsi nella lista di Giorgia Meloni e Guido Crosetto: Una curiosità che ha subito tolto ai presenti, perchè prima nel Pdl e oggi fuori dal Pdl? •Perchè il Pdl non è stato coerente nella pratica. Tanti errori, qualche riforma mancata, atteggiamenti non adeguati da parte di rappresentanti del Pdl: puo capitare, ma il politico ha dovere dell’autocritica, quando non riesce a portare a termine alcune cose, deve scusarsi. E’ mancata autocritica, ma anche quel processo democratico che si chiama ‘primarie’. In politica se perdi credibnilità partito che non voleva democratizzarsi, che non voleva dare ai cittadini possibilità di scegliere i priopri candidati, cambiare volti… Abbiamo deciso di porre le base per un centrodestra diverso, più democratico, più ancorato ai territori: segnalo sommessamente che la nostra lista a Camera e Senato è composta esclusivamente di abruzzesei. Non credo che altre liste di centro, destra e sinistra possano dire altrettanto. Gli abruzzesi non hanno l’anello al naso. Questo non è rispettoso della nostra comunità e noi segnamo una differenza profonda. E siamo tra le tre liste in Italia, da Bolzano a Palermo che ha candidati senza un avviso di garanzia». Non poteva puntare su quanto fatto da assessore regionale, Gatti, per sottolineare la credibilità della sua proposta: «Ho fatto l’assessore regionale alla formazione, al lavoro e alle politiche sociali, una trincea senza pari – ha spiegato Gatti -, nei peggiori anni della nostra vita, come dico sempre io. Pensate, avevo 33 anni, una persona mormale che va a fare l’assessore al Lavoro, con migliaia di persone che gli piombano addosso, che rischiano di perdere un lavoro e poi magari lo perdono pure, o che cercano un lavoro. Due o tre cose che ho fatto vorrei ricordare con voi: sono riuscito ad ottenere 250 milioni di euro con cui siamo riusciti ad assicurare a 40mila lavoratori abruzzesei che avevano perso ogni forma di integrazione al reddito, gli ammortizzatori sociali in deroga, abbiamo salvato 40mila famiglie che si sarebbero ritrovate in mezzo alla strada grazie a quelle risorse; noi già dal 2010 abbiamo dato incentivi a chi assumeva giovani e donne, con Lavorare in Abruzzo 1, 2 e 3, oltre 40 milioni di euro in incentivi, soldi usati bene, visto che oltre 3mila persone grazie ad essi hanno avuto un contratto a tempo indeterminato. Infine il microcredito per aiutare chiunue non riesca ad avere un finanziamento dalle banche». Gatti parla anche di programma, sottolineando il suo personale ‘patto’ con gli italiani, in caso di elezione: due leggi costituzionali per «scrivere quant’è il massimo di pressione fiscale che lo Stato può imporre ai cittadini e alle imprese» e un’altra per dichiarare «che la prima casa non è pignorabile: non si può esser privati dalla casa perchè non si è potuto pagare una cartella esattoriale… Non si può negare a una famiglia la possibilità non di sognare ma di sperare…» Perchè votare Gatti alla Camera vergando un segno sul simbolo di Fratelli d’Italia? «Penso di offrire l’occasione per un deputato in più – ha detto -. Teramo avrà due deputati, già si sa, inutile fare propaganda, ma c’è l’occasione di un terzo e quello potei essere io: se voi credete nella storia del mio vissuto, di amministratore pubblico, nella storia della mia pulizia, umana e politica, potrete darmi la possibilità di essere il vostro deputato».