Acqua, Pd: «Riforma a rischio, serve un soggetto terzo»

TERAMO – La riforma del Servizio idrico integrato in Abruzzo "rischia di non vedere mai la luce per via della situazione debitoria delle sei società di gestione che hanno accumulato passivi per oltre 300 milioni di euro" e il capogruppo del Pd in Consiglio regionale, Camillo D’Alessandro, rilancia la proposta, indirizzata al presidente della Regione, Gianni Chiodi, di "nominare un soggetto terzo di alta qualificazione che si occupi di certificare tutti i debiti delle società". "A distanza di tre mesi dalla denuncia del commissario del Servizio idrico integrato, Pierluigi Caputi – sottolinea D’Alessandro – non abbiamo ricevuto risposta in merito, né abbiamo potuto rilevare in quale direzione si fosse mossa la Regione. La nostra insistenza è motivata dal fatto che temiamo concretamente che questa massa debitoria possa ritrovarsi ‘scaricata’ sulle tariffe ovvero sui cittadini abruzzesi". "Per evitare che questo si verifichi – aggiunge -, non c’è altra strada che prendere in mano la situazione, impostando un’azione seria e concreta che ci conduca verso un risanamento di questo importante servizio pubblico". D’Alessandro elenca inoltre le azioni da portare avanti per "fare chiarezzà, tra cui la certificazione "dei debiti degli enti gestori e degli ex Ato", la verifica "dell’entità e della reale esigibilità dei crediti vantati dalle Società di gestione del servizio idrico" e la ridefinizione della "gestione del Servizio Idrico Integrato attraverso l’istituzione di un solo gestore regionale pubblico".