La Lega porta Del Paggio al tavolo del centrodestra per 'pesare' la scelta su Morra LE REAZIONI

TERAMO – Ancora una volta, e per la terza almeno anche oggi al tavolo del centrodestra organizzato all’hotel Abruzzi, non è un problema di nomi. Se candidare Giandonato Morra o l’ultimissima new entry Lucio Del Paggio, 72enne avvocato di origini camplesi, che la Lega ha proposto quale candidato ‘civico’ e non di partito, alla fine è soltanto la scusa. Il vero nodo resta cosa ‘costa’ indicare il candidato. In termini politici, e di spartizione strategica, nè Fratelli d’Italia e tantomeno il partito di Salvini vogliono rinunciare a partite più importanti in ballo tra qualche mese, vedi presidenza della Regione Abruzzo. L’uscita di Forza Italia con Gatti, e prima ancora quella delle civiche cittadine sul nome di Morra ha intralciato i piani della Lega, che rivendica il ruolo di partito più votato anche in Abruzzo e ritiene che il metodo l’avrebbe tagliata fuori dai giochi. Ecco perchè l’uscita ‘a sparigliare’, con l’indicazione di Del Paggio, ritenuto a giro di orizzonte meno pregnante sotto il profilo della riuscita rispetto a Morra ma utile per riportare la palla al centro. Adesso l’unica soluzione affinchè si riallinei il fronte di centrodestra, evitando che si contino due, se non tre, candidati sindaco il prossimo 10 giugno, è quella di ridiscutere sul piano più prettamente politico e non ‘civico’ il ‘come’ arrivare a una candidatura unitaria. Che se avvesse il nome di Morra porterebbe Fratelli d’Italia e Forza Italia ad accettare che in autunno la Lega rivendichi. a ragione del suo recente risultato elettorale, la indicazione del candidato Governatore. Crediamo sia più facile che avvenga questo, sui tavoli romani, piuttosto che vedere forzisti e meloniani adeguarsi a sostenere un Del Paggio sullo scranno di piazza Orsini (oggi via Carducci per il terremoto). Giuseppe Bellachioma, segretario regionale di Salvini, continuava ancor oggi a ‘vendere’ Del Paggio come civico e no in quota Lega, rinforzando questa tesi anche con la promessa di non rivendicare nulla in futuro per il suo partito, ma in cuor suo sa che questo è mero esercizio dialettico che sarà invece argomento chiave della prossima trattativa a livello centrale.
Il nome di Del Paggio, oggi all’Abruzzi, ha trovato accoglienza un pò freddina. Non ha fatto saltare tutti sulle sedie come potrebbe esserlo qualcuno calibrato sulle esigenze della piazza, di esperienza amministrativa, carisma e capacità inclusiva. Però tutti hanno dimostrato diplomatico apprezzamento, ben sapendo che quello che conta, adesso e soprattutto dopo nelle urne, è la graniticità della coalizione, nel numero dei partecipanti e degli invitati, ovvero gli elettori. I civici di Di Dalmazio, di Rudy Di Stefano, di Sottanelli e perfino quelli della parte rappresentata da Gatti, hanno ascoltato e poi passato la palla ai partiti che dovranno vedersela a Roma e far sapere. Come ha sottolineato il deputato Antonio Martino, delegato da Pagano al tavolo teramano assieme a Vincent Fanini: «Noi partiamo dal 37 per cento della coalizione di centrodestra, poi le civiche daranno valore aggiunto se condivideranno il nostro percorso».