TERAMO Quattro ordinanze di custodia cautelare, delle quali due agli arresti domiciliari, sono state eseguite all'alba di oggi dagli agenti della Guardia di Finanza della compagnia di Giulianova e della squadra di poizia giudiziaria del tribunale di Teramo, nei confronti di altrettante persone accusate di bancarotta fraudolenta patrimoniale e documentale. Si tratta del costruttore D. M. , 55 anni, N. V (60) e F. V (30), padre e figlia imprenditori, tutti di Alba Adriatica e A. G. (35), immobiliarista di Cepagatti (Pescara). Padre e figlia sono agli arresti domiciliari nelle rispettive abitazioni, gli altri due nel carcere teramano di Castrogno. I quattro arrestati su disposizione del gip del tribunale di Teramo, Giovanni Cirillo, su richiesta del pubblico ministero David Mancini sono stati arrestati nell'ambito dell'indagine che nello scorso mese di marzo portò al sequestro di 32 unità immobiliari in due palazzine in costruzione ad Alba Adriatica. Nei confronti dei quatto viene contestata la condotta illecita successiva ai fallimenti pilotati di almeno 6 società immobiliari, attraverso la distrazione dei beni patrimoniali prima e della relativa documentazione successivamente. A rendere particolarmente complessa l'attività di indagine degli uomini diretti dal maggiore Roberto Di Mascio, è stato lo stratagemma di spostare continuamente le sedi delle società, in un triangolo geografico compreso tra Teramo, Pescara e Roma, nel tentativo di allungare le fasi burocratiche di recupero dei documenti contabili e fiscali. Secondo quanto accertato dalle Fiamme Gialle, alla regia dell'operazione illecita c'erano l'immobiliarista e il costruttore, che si avvalevano del supporto di padre e figlia quali prestanome per le intestazioni delle società. Sono oltre 60 le aziende e i privati danneggiati dai fallimenti, molti dei quali nell'impossibilità materiale di essere risarciti, per un importo complessivo di oltre 10 milioni di euro.
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