TERAMO – «Il bando per il recupero del teatro romano? Solo fumo negli occhi». E’ questa l’opinione di Piero Chiarini, presidente dell’associazione “Teramo Nostra” che ha partecipato, insieme al sindaco Maurizio Brucchi, al Sovrintendente Fabrizio Magani e all’onorevole Elisabetta Zamparutti all’incontro che si è tenuto a Roma con il sottosegretario Roberto Cecchi. «Il sindaco – afferma Cosima Pagano, direttrice del periodico edito dall’associazione – si è presentato senza nulla in mano: non ha portato i documenti con cui la Regione dà in uso Palazzo Adamoli al Comune, né la valutazione dell’Ute su palazzo Salvoni, ha parlato di un finanziamento regionale di 2 milioni di euro, ma senza mostrare la determina, ci ha solo fatto vedere un bando incompleto su cui abbiamo molte perplessità». L’associazione definisce infatti il bando «discriminatorio» nei confronti di molte realtà locali, perché è aperto solo a studi di programmazione «che fatturano almeno 750 mila euro l’anno, e questo non può sollevare molti dubbi», puntualizza il vicepresidente dell’associazione Sandro Melarangelo. “Teramo Nostra” annuncia nuovi sit-in e nuove forme di protesta se le promesse del sindaco circa l’abbattimento dei due caseggiati dovessero rivelarsi non vere. Finora – ribadisce Chiarini – il cronoprogramma è stato puntualmente disatteso, hanno puntato solo a riaprire via Paris e a spendere più di 3 milioni di euro per il recupero parziale dell’opera». Melarangelo sottolinea anche che, durante i lavori per lo spostamento dei reperti romani, è stato rinvenuto un importante bassorilievo che simboleggia il dio della fertilità Priapo, rappresentato da un fallo alato. «Questo bassorilievo – conclude Melarangelo – ornava la parte contigua del teatro romano, ed è di straordinario valore storico-architettonico, per questo Teramo Nostra chiede che venga esposto nella sala consiliare del Comune per poi essere successivamente collocato al Museo archeologico».
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