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ROMA – «Ricostruire, non solo le case, ma anche i cuori». Sono queste le parole che il Papa ha detto ai terremotati del Centro Italia, riuniti nell’udienza generale in aula Paolo VI in Vaticano, e che ha ripreso dalle testimonianze di Raffaele – vivo con tutta la sua famiglia ma che ha perso tutto – e di don Luciano, parroco di 18 centri umbri. "Le ho voluto farle mie – ha detto – non fare un sermone» alla platea di volontari, sindaci, amministratori, gente comune che a diverso livello hanno subito il terremoto e le sue dure e tragiche conseguenze.
Papa Francesco al suo ingresso in aula, è stato accolto con grande calore, ha stretto mani e accarezzato bambini, e ha ricevuto anche alcuni doni, tra cui disegni, un cesto di prodotti tipici e una felpa. Dopo aver ascoltato le testimonianze di un cittadino umbro, Raffaele, e di don Luciano Avenati, parroco della abbazia di Sant’Eutizio in Preci, e averle commentate, ha invitato a pregare una Ave Maria e si è poi fermato ancora a salutare gruppi di fedeli.

"Queste – ha detto papa Francesco commentato gli appunti presi mentre parlavano Raffaele e don Luciano – sono le cose che più hanno toccato il cuore nelle due testimonianze, e per questo ho voluto prendere le vostre parole per farle mie. Voi sapete che vi sono vicino, e vi dico una cosa: quando me ne sono accorto di quello che era accaduto quella mattina, appena svegliato ho trovato un biglietto dove si parlava delle due scosse, e due cose ho sentito, ci devo andare, ci devo andare, (ha ripetuto, ndr) e poi ho sentito dolore molto dolore, e con questo dolore sono andato a celebrare la messa in quel giorno, grazie – ha proseguito papa Francesco – per venire oggi e in alcune udienze di questi mesi grazie, per tutto quello che voi avete fatto per aiutarci per costruire e ricostruire i cuori, le case, il tessuto sociale, anche per ricostruire col vostro esempio" contro "l’egoismo che è nel nostro cuore che non abbiamo sofferto questo, grazie tante, e sono vicino a voi".
Erano presenti in aula Paolo VI alcune migliaia di fedeli dalle diocesi di Rieti, Spoleto-Norcia e Ascoli Piceno,
accompagnati dai rispettivi vescovi, Domenico Pompili, Renato Boccardo e Giovanni D’Ercole, e dall’arcivescovo di Ancona cardinale Edoardo Menichelli.