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TERAMO – Se le chiedi: la crisi è alle spalle?, lei risponde "nì", ma è evidente sul suo volto la soddisfazione per l’opera di risanamento che procede nella Ruzzo Reti. A distanza di 9 mesi dall’insediamento sulla poltrona della presidenza, Alessia Cognitti si pone un traguardo parziale: "Tra un anno, più o meno – dice – raccoglieremo i frutti di quanto abbiamo seminato in questi ultimi mesi". E’ una sorta di gran premio della montagna per l’avvocato ex Pd ("mi sento sempre del centrosinistra, ho sostenuto Cavallari ma al ballottaggio ho votato D’Alberto… e me ne sono pentita"), tra le prime donne manager in una società di Comuni azionisti: viaggiare sulla strada del risanamento partendo da un rosso di 90 milioni di euro, gestire la crisi del sistema Gran Sasso, districarsi sull’equilibrio fragile di un’assemblea politicamente ‘trasversale’ e vivere lo ‘strappo’ con il ‘suo’ ex sindaco, francamente farebbe rifettere tanti sul ‘chi me lo ha fatto fare?’. Eppure, la sua chiave di lettura è semplice: "Quasi tutti i sindaci (ne mancavano soltanto 3 all’appello, ndr) hanno valutato e sostenuto la scelta della continuità aziendale e in questo Cda ci sono le individualità tecniche e politiche necessarie: c’è un piano industriale chiaro, ci siamo messi a testa bassa per lavorare e riportare in bonis l’acquedotto e abbiamo operato una vera rivoluzione". Parla così perchè adesso ha le spalle coperte da un direttore generale (Pierangelo Stirpe, ndr) che prima non c’era, con il vice Alfredo Grotta hanno messo in atto la rotazione dei dirigenti hanno puntato sulla ristrutturazione: "Oggi la Ruzzo Reti è una vera azienda e di questo si sono resi conto sia i dipendenti che i sindaci – spiega Alessia Cognitti -. Abbiamo chiuso l’estate senza problemi di sorta, otto bandiere blu sulla costa senza difficoltà di balneabilità, le analisi perfette e questo è dovuto anche al forte investimento che abbiamo fatto sul personale: lo abbiamo rinforzato sui depuratori, sui salti, sulle fognature. La pianta organica tanto attaccata politicamente dal sindaco D’Alberto, si è rivelata la vera chiave di volta di questo rilancio. Quindi non nasce da esigenze politiche come hanno voluto far intendere ai cittadini, bensì da esigenze di territorio". 
E’ la Ruzzo Reti degli uomini, sostiene la presidente, che sembra aver centrato un obiettivo non da poco: far tornare il personale a sentire il senso di appartenanza all’azienda. "Questo è un Ente che ha un formidabile know how. I nostri operai, i nostri responsabili di zona, io li farei vedere quando lavorano, arrivano dappertutto e con ogni clima. Il nostro ufficio tecnico e quello appalti sono riusciti a intercettare fondi europei che ci permettono di fare grossi investimenti, cantierizziamo con fondi Fas, Masterplan e Sblocca Italia, anche l’Aca ci ha chiesto di fare da stazione appaltante unica in Abruzzo. Eppure resiste ancora quella avversione dei cittadini, e devo dire anche delle associazioni di consumatori, spesso in posseso di poche informazioni. Stiamo investendo anche su questo, lo faremo attraverso campagne informative, per spiegare ai cittadini che noi siamo sul territorio per affrontare ogni loro esigenza. Per questo mi dispiace vedere anche qualche politico spesso ‘pompare’ l’opinione pubblica contro i nostri dipendenti". Prendete le tariffe dell’acqua e le polemiche sulle bollette: "Gli aumenti degli altri gestori, come l’Enel, ad esempio, non vengono criticati come avviene per il Ruzzo. La tariffa idrica è molto complessa, ci rientra anche la dognatura, il calcolo è complesso, ma in generale il cittadino non si rende conto che usa l’acqua per tutto, per innaffiare i fiori sui balconi, per pulire i giardini, le macchine… questo è tutto consumo. Serve anche una diversa educazione all’uso della risorsa, il senso del risparmio. Molti però non sanno come funzionano le nostre tariffazioni, nonostante sia spiegato sulle bollette e sul sito, così come non sanno che abbiamo facilitato la rateizzazione delle bollette per le famiglie meno abbienti".
Ruzzo credibile, dunque. Non solo verso i cittadini, gli utenti. Soprattutto nei confronti delle banche, che fino ad oggi hanno chiuso i rubinetti degli affidamenti: "E’ stato il problema maggiore – dice Cognitti -. In sostanza l’azienda ha pagato i suoi debiti con quello che raccoglieva, ma la notizia di qusti giorni è che una banca ci ha cercato per proporci un affidamento.." 
Il magone ha due nomi: i debiti e la morosità. "L’obiettivo prioritario è abbassare i tempi medi di pagamento dei creditori, che adesso si attesta sui 400 giorni. Questo pesa soprattutto su quelle piccole imprese che lavorano con noi e che hanno tutti i diritti di essere pagati al più presto, ma il bilancio positivo ci permette adesso di trattare con le banche e il piano industriale prevde un maggior ricorso al credito Sul fronte morosi – prosegue la presidente della Ruzzo Reti -, registriamo una leggera riduzione. Stiamo predisponendo un nuovo ufficio che si occuperà soltanto del recupero dei crediti e una lista di avvocati esterni che si occuperanno del recupero giudiziario dei crediti: sono circa 37 i milioni, una quota diminuita di circa 3 milioni dal 2016, con un parallelo aumento della risposta al pagamento dietro solleciti".
Buttando già due dati, dai 90 milioni di debito rilevati nel bilancio, è stato dimezzato quello nei confronti dei fornitori, 17 milini di euro sono stati rateizzati con i Comuni, pagati i 15 milioni alle aziende dell’Ance, sono in fase di preparazione i piani di rientro con altri fornitori, per circa 8 milioni di euro.
Riuscirà a convincere il sindaco D’Alberto: "Non credo, il sindaco non si convince. Ribadisco che lui ha una posizione prettamente politica e purtroppo riferita proprio alla mia persona. Questa è la mia opinione personale. Perchè lui parla sempre di cambiamento ma in realtà sono io che ho fatto il cambiamento qui dentro. Io ho preso un’azienda e l’ho stravolta e credo, dai risultati che stiamo vedendo, di averla cambiata in meglio. Poi fra tre anni qualcuno mi potrà giudicare".
E’ serena sul fronte Gran Sasso: "Siamo sicuri, le analisi che facciamo di continuo ci dicono che l’acqua è sicura. I sistemi di allerta funzionano, quanto accaduto è stato soltanto un allarme rispettoa una potenziale situazione di inquinamento che poteva accadere. Noi abbiamo potenziato i sistemi a nostre spese, e abbiamo studiato qualcosa di più performante: adesso c’è una barriera tale che qualsiasi episodio possa esserci, noi siamo in grando di non mandare l’acqua in rete. Non possiamo evitare che accada qualcosa sotto al Gran Sasso ma sono in grado di non distribuire l’acqua ai cittadini".