Troppi assembramenti per l'aperitivo in compagnia: il sindaco pensa a una nuova restrizione per gli orari dei locali

TERAMO – La movida, tornata a scatenarsi come se niente fosse dopo 70 giorni di lockdown, potrebbe tornare ad essere vietata anche a Teramo. La settimana trascorsa dopo la riapertura della Fase 2 ha portato in strada troppa gente e poco rispettosa delle regole raccomandate in tutta Italia: evitare gli assembramenti, utilizzare le mascherine e mantenere il distanziamento sociale. Tre regole purtroppo spesso optional dell’atteggiamento generale, e soprattutto tra i giovani e giovanissimi, attratti dall’aperitivo in compagnia. Ma uesto potrebbe ben presto finire. Come? Anche a Teramo, come in altre città italiane, il sindaco Gianguido D’Alberto potrebbe tornare ad applicare ordinanze che riducono l’oraio di apertura dei bar e degli esercizi di ristorazione, contraendo la fascia di attività non più fino alle una, come di recente stabilito, bensì fino alle 23. "Non si tratta di una fiducia incondizionata – aveva ripetuto nei giorni scorsi il primo cittadino, parlando ai titolari delle attività – bensì di un test che metterà alla prova tutti voi, che siete responsabili di quello che accade anche fuori dei vostri esercizi pubblici". Il messaggio, chiaro, è stato seguito da un monitoraggio di quanto accadeva nei classici luoghi di ritrovo dei teramani, tornati ad essere troppo affollati e fino a tarda notte. L’amministrazione dunque potrebbe correre ai ripari e tornare a una restrizione dell’orario, anche se il fenomeno sembra essere tipico di due o tre zone attigue ad altrettanti locali, piuttosto che generalizzato. Ma i rischi, dicono gli esperti e gli scienziati a livello nazionale, sono troppo alti di una recrudescenza del contagio e dunque qualcosa dovrà essere applicato, anche perchè "quel senso di responsabilità civica individuale – come ripetuto all’interno dell’amministrazione cittadina – non viene sempre interpretato come si dovrebbe"