Impianti tornati a Finori, ma sulla riapertura ci sono intoppi

In attesa dell’udienza di merito (fissata al 7 luglio) il giudice dice no alla sospensiva del sequestro. Per far ripartire la seggio-cabinovia ci sono documenti e pagamenti da fare e chiarire se l’imprenditore può far girare

TERAMO – Gli impianti di risalita dei Prati di Tivo e di Pratoselva sono tornati da questa mattina nel possesso di Marco Finori, l’imprenditore di San Benedetto estromesso dalla Gst dalla gestione ma rimesso in sella dal giudice del tribunale di Teramo, Silvia Fanesi, che ha accolto la sua richiesta di sequestro cautelativo.

L’ufficiale giudiziario, alla presenza del rappresentante della Gst, Paride Tudisco, ha certificato il passaggio di consegne delle chiavi, un passaggio da completare nelle prossime ore con le stazioni di monte delle due stazioni turistiche. Ma la riconsegna degli impianti potrebbe non preludere alla riapertura materiale degli impianti di risalita (in questo caso la sola seggio-cabinovia, l’unica forse funzionante). In attesa di dirimere la questione dei libri di manutenzione e delle punzonature, mai tornate in possesso della Gst (e attualmente non è ben chiaro di chi risulti il possesso), non prima del 7 luglio si potrà capire qualcosa di più sulla vicenda.

A quella data infatti il giudice del tribunale di Teramo ha fissato l’udienza di merito, dopo aver rigettato la richiesta di sospensiva sul sequestro, avanzata dalla Gst. Inoltre bisogna capire se Finori possa o meno esercitare l’attività, considerato che la decisione del giudice sul sequestro, affida sì la gestione e l’amministrazione a Finori ma non chiarisce se queste sono riferibili allo scopo di lucro o al solo fine di non far deperire il bene.

In ogni caso, prima di accendere il motore, per poter ‘usare’ la seggio cabinovia della Madonnina c’è bisogno delle autorizzazioni ma soprattutto di risolvere alcuni passaggi procedurali. A cominciare dalla nuova concessione da sottoscrivere con la Provincia (che l’aveva prima con la Gst) e poi con l’Asbuc per l’utilizzo dei terreni a uso civico. Non è soltanto questione di carte, ma anche di costi. Che però Finori sarà sicuramente in grado di affrontare, considerando la remunerazione di una stagione estiva e dell’impianto in generale. A conti approssimativi, si tratterebbe di circa 250mila euro per ‘partire’. L’ultima quotazione della concessione tra la Provincia e il gestore Siget ammontava a 156mila euro, mentre il canone Asbuc è valutato a un massimo di 78mila o, come sottoscritto nel recente passato, sull’equivalente di 35mila euro in contanti e della differenza in abbonamenti e passaggi gratuiti in favore dei proprietari degli usi civici.